Chi biasima la pittura, biasima la natura, perché le opere del pittore rappresentano le opere di essa natura, e per questo il detto biasimatore ha carestia di sentimento.
— Leonardo da Vinci.

L’anno scorso, dato che si celebravano i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, hanno cominciato a comparire da tutte le parti mostre a tema, concorsi pittorici e simili per onorare questo personaggio a tutti noto (spero). Data la portata della sua personalità si tratta di un soggetto al quanto spinoso dal punto di vista rappresentativo…
Fatto sta ed è che chi dipinge come me, si è trovato la casella di posta elettronica piena di inviti ad esporre in questa o quella manifestazione (ovviamente sempre pagando). Non era un tema con il quale avrei voluto confrontarmi, per la difficoltà di capire anche solo da che parte partire nel farlo, tuttavia tralasciando i perchè ed i per come, mi sono invece trovata mio malgrado davanti al titano Leonardo.
Credo di aver meditato più di un mese prima di riuscire a fare il primo segno sul foglio bianco, o anche solo avere una buona idea in testa. Come si può pensare di avvicinarsi al simbolo assoluto della genialità? Cosa si potrà ancora mai dire su di lui pittoricamente o meno che già non sia stato detto?!
Ho cominciato a raccogliere i disegni fatti da lui, con soggetti di vario genere, dalla sezione anatomica al bozzetto botanico, al progetto meccanico. Avete mai provato a vedere in rete quanto materiale ci sia solo sui disegni? Tralasciando aneddoti di vita, abitudini presunte ed illazioni varie, sta di fatto che certamente ha lasciato testimonianza della sua infinita curiosità, rappresentata dalla varietà di temi che ha trattato ed indagato.
Si è occupato di tutto ciò che al tempo era possibile: gli studi morfologici per esempio, sono tanto accurati da divenire psicologici, fino alla realizzazione di ritratti grotteschi, estremamente reali, palpabili. Ha indagato il bello quanto il brutto, la vita ed al contempo la morte.
Mi chiedo che tipo di persona fosse e se si sentisse solo. Un individuo così particolare e diverso dagli altri, in grado di vedere oltre le credenze del proprio tempo, come poteva avere un dialogo con i suoi contemporanei, ( ehm, a dire il vero anche con me e con i miei), parlando del mondo di cui aveva una visione così ampia e fuori del suo tempo? Mai stanco di osservare la natura e di cercare di intuirne la misteriosa perfezione, di imitarne la struttura per creare congegni innovativi: il suo sviscerare ciò che aveva davanti era una sfida per lui? Oppure un gioco meraviglioso come lo è l’apprendere per i bambini?
Probabilmente la sua curiosità verso tutto è stata più forte di qualsiasi altro movimento interiore in lui, chissà?
Dal canto mio, rinunciando a dire qualcosa sul “da Vinci” , ho provato a dire semplicemente ciò che è arrivato a me pensando a lui. Ho così deciso di scegliere i suoi disegni che hanno fatto vibrare maggiormente le mie corde per provare a disporli in una composizione. Il suo ritratto, riproposto è stato lo spunto per cercare di guardare dentro a quegli occhi profondi, di vedere non solo ciò che ha fatto, bensì per quanto possibile di vedere l’uomo Leonardo.
Il risultato lo vedete qui in alto, come avrete immaginato e se pur è stato fatto senza grosse pretese, sono stata soddisfatta del risultato, perchè mi sono divertita nel realizzarlo ed ho imparato un sacco di cose.
